Bancaria n. 2/2005


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2005
Pagine
104
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

La gestione del rischio nelle piccole e medie impree e negli enti locali: il ruolo dei derivati
L'andamento registrato negli ultimi tempi dai derivati sottoscritti dalle Prni e dagli enti locali è un evento inatteso causato da un imprevedibile mutamento dei quadro macroeconomico mondiale, europeo e italiano che ha sconfessato le aspettative esistenti nel momento in cui tali strumenti sono stati sottoscritti. Uampiezza dei fenomeno è comunque di dimensioni circoscritte: si stima che solo H % delle Pmi utilizzi strumenti derivati, per un ammontare pari a solo il 2% della consistenza presso il sistema bancario. La dimensione media dei fatturato delle Prni coinvolte è di 7,8 milioni, con un finanziamento medio pari a I milione circa, il 40% dei quale risulta coperto con derivati. Uutilizzo dei derivati da parte degli enti locali è più recente e ancor più limitato: solo 831 enti, pari a circa il 10% dei totale, sono interessati.
I conflitti di interesse nelle banche e nelle imprese. Come ristabilire la fiducia nei mercati finanziari
A un anno dalla crisi Parmalat, il convegno organizzato il 17 novembre 2004 dall'Arel a Roma è stata l'occasione per interrogarsi, da un lato, sulla necessità di predisporre le adeguate riforme legislative per prevenire il ripetersi di casi analoghi e, dall'altro, sulle prospettive del sistema bancario italiano - che, nonostante il momento di grande difficoltà, ha dimostrato capacità di reagire e solidità patrimoniale operativa - e più generale del sistema imprenditiriale.
I conflitti di interesse: un approccio internazionale
A livello internazionale, i conflitti di interesse nell'industria dei servizi finanziari sono diventati sempre più complessi - perché complesse sono le loro componenti - e si manifestano secondo modalità diverse, per cui la metodologia per affrontarli varia a seconda delle circostanze specifiche. La gestione dei conflitto deve perciò essere proattiva ed evitare di avere una visione statica, canonizzabile in regole dettagliate e rigide.
I conflitti di interesse nelle banche
Il conflitto di interessi è un fattore endemico all'attività bancaria che non può essere eliminato, ma i cui effetti possono essere minimizzati. Per scoraggiarne l'abuso bisogna agire lungo diverse direzioni: diffusione di informazioni, miglioramento della governance, valorizzazione del capitale reputazionale, enforcement della disciplina esistente.
I conflitti di interesse nelle imprese
I conflitti dì interesse non sono eliminabili e non esistono soluzioni ottimali per risolverli. Essi devono essere affrontati avendo ben chiaro che le situazioni si evolvono e quindi le regole in materia dovrebbero essere flessibili, cioè facilmente modificabili. Tre sono le possibili direttrici di marcia da tener presente nella loro gestione: rafforzare la concorrenza; diffondere una nozione di impresa che ha come obiettivo l'interesse generale comune; affermare l'etica come valore personale e collettivo.
I conflitti di interesse e i modi per regolarli
I punti su cui riflettere, nella ricerca di una soluzione ai conflitti di interesse, riguardano: l'individuazione delle diverse tipologie di conflitti; il tipo di disciplina da applicare; gli strumenti di enforcement. I criteri di una eventuale normativa dovrebbero ispirarsi comunque più al concetto dei mercato e della concorrenza che non a quello di uno «Stato guardiano».
Quali strade per prevenire i conflitti di interesse: un dibattito aperto tra regole e mercato
Il perchè di una normativa
I risultati dei gruppi bancari quotati nei primi 9 mesi del 2004
Il segmento <>: le scelte di risparmio delle famiglie di fascia alta in Italia
Utilizzando i dati dell'indagine campionaria della Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie italiane, tale universo può essere scomposto in segmenti descritti attraverso diverse variabili (area geografica, professione, età, fasi dei ciclo di vita, possesso di prodotti bancari, finanziari, assicurativi, utilizzo di Internet, ecc.). Tra questi segmenti vi è anche quello definito «top 6156» - 6% delle famiglie bancarizzate che detiene il 56% dei totale della ricchezza finanziaria - di cui vengono analizzate le seguenti caratteristiche: profilo demografico, economico, rapporto con le banche e le assicurazioni, possesso di prodotti e servizi.
Credit insurance: le opportunità finanziarie e industriali a sostegno dell'economia e dello sviluppo in Italia
Tra i mercati ancora embrionali e da sviluppare in Italia, la credit insurance si presta potenzialmente a fornire molte delle soluzioni sia finanziarie che industriali necessarie per favorire lo sviluppo. Essa offre, infatti, una serie di efficienze a livello macro e microeconomico che potrebbero agire quale efficace ammortizzatore degli impatti regolamentari e quale leva competitiva per le aziende.
Per una nuova microfinanza: il ruolo delle banche
I nuovi scenari demografici, sociali ed economici, e un iniziale coinvolgimento degli intermediari finanziari impongono una rivisitazione dei tradizionale modello di microfinanza. Devono essere messi a punto nuovi modelli operativi che combinino la presenza di intermediari finanziari spécìalizzati, in grado, grazie al loro expertise, di migliorare la sostenibilità dei programmi, e di istituzioni di microfinanza, in grado di tradurre le tecniche finanziarie nell'operatività e nelle dimensioni relazionali tipiche dei settore. D'altra parte è anche necessaria la definizione di quadri regolamentari che recepiscano (e nuove tendenze, nei rispetto dei principi di efficienza e stabilità.
Come cambia il bancario in Italia
L'analisi dei dati statistici riferiti al personale dei credito - svolta come di consueto dall'ABI -fornisce una puntuale rappresentazione dei continui cambiamenti che interessano il settore bancario in termini di andamenti occupazionali, età dei dipendenti, inquadramento, scolarità, retribuzione, flussi quantitativi in entrata e in uscita, costo del personale.
Misurazione delle performance della rete distributiva multicanale e iniziative di migrazione della clientela

La realizzazione di un'esperienza multicanale è vista dalla clientela quale requisito indispensabile per un sistema distributivo efficace ed efficiente. Per la banca l'interoperabilità tra canali può incrementare il livello dei servizio, e quindi la retention della clientela, favorendo iniziative di migrazione della stessa verso i canali meno costosi. Nasce però l'esigenza di monitorare il nuovo assetto distributivo per verificarne l'efficacia, l'armonizzazione con i canali tradizionali cui fanno da supporto, il ritorno degli investimenti.

In Allegato:

  • Rapporto ABI sui mercati finanziari e creditizi (Gennaio 2005)